12 consigli per la revisione dei contenuti sui social media
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Biweekly: Every two weeks Sorry about that. https://t.co/8FBUonz7yq — Merriam-Webster (@MerriamWebster) August 6, 2016 Se è necessario consultare un dizionario per comprendere il senso di un post, significa senza dubbio che era meglio formularlo in un altro modo. O almeno accorgersene durante la revisione dei contenuti. #6 Distingui tra ossessioni positive e negative Sì, le regole grammaticali e le consuetudini sono importanti, ma non sempre violarle è un errore. In The Elements of Editing, che è stato scritto nel 1982 ma è tuttora un’ottima lettura, l’editor Arthur Plotnik condivide esempi di ossessioni negative – come preoccuparsi inutilmente di errori grammaticali di minore importanza o errori di formattazione – e di ossessioni positive – riformulare più e più volte un titolo fino a ottenerne uno perfetto, ad esempio. Beh, i consigli di Plotnik valgono ancora. Quando ti occupi della revisione dei contenuti, concentrati affinché la forma e il senso siano efficaci ed accattivanti, rilevando gli errori che effettivamente ne comprometterebbero chiarezza e leggibilità. Un altro editor di cui amo la posizione su questo punto è Carol Saller, autrice del Subversive Copy Editor ed Editor del Chicago Manual of Style Online Q&A. Il suo libro è una valida lettura su come gli editor possano “opporsi alle ossessioni, bandire le insicurezze e sviluppare un’inclinazione per la prudenza, la trasparenza e la flessibilità”. Se sei un fanatico delle parole, segui il suo account su Twitter @SubvCopyEd. “Bake for precisely 8-10 minutes.” #copyeditorbaking — Carol Fisher Saller (@SubvCopyEd) July 2, 2017
12 consigli per la revisione dei contenuti sui social media
La revisione dei contenuti sui social media è spesso sottovalutata, ma è importantissima per evitare errori ed epic fail. Segui questi consigli! Revisione dei contenuti: non sottovalutarla, metti al sicuro l’immagine del brand! JAPADOG è una piccola, meravigliosa azienda che gestisce un chiosco ambulante e un ristorante nella mia città, Vancouver, con l’obiettivo di “rendere il mondo più felice grazie agli hot dog!” Come potrai immaginare, i fan di JAPADOG sono rimasti sconvolti nel veder apparire questo post su Facebook: Mentre gli utenti già iniziavano a piangere il lutto per la chiusura degli amatissimi negozi e chioschi ambulanti, augurando ogni bene ai proprietari per i loro futuri impegni professionali, JAPADOG si è trovata a dover chiarire che in realtà avrebbero chiuso solo per quel giorno. Un esempio innocente (anche se il commentatore che ha scritto “Ho appena avuto un mezzo infarto” potrebbe non essere d’accordo) che fa capire quanto un chiarimento tempestivo possa aiutare a evitare gli equivoci. La posta in gioco, però, non è sempre così bassa. Il mondo dei social pullula gaffe destinate a trasformarsi in epic fail. E se alcuni refusi sono davvero di dimensioni madornali – come quello dell’involontario insulto razzista su Yahoo Finance, divenuto leggendario – anche una svista apparentemente meno grave può provocare un danno enorme all’immagine del tuo brand. Da una ricerca condotta da Global Lingo emerge che il 59% dei clienti non entrerebbe mai in affari con aziende che pubblicano contenuti con errori grammaticali o di ortografia. Una semplice revisione ben fatta può davvero cambiare le sorti del tuo brand. E del tuo lavoro. Come revisore che ha iniziato a lavorare quando ancora i testi venivano stampati e corretti a penna, negli anni ho visto cambiare parecchie cose. Ma il valore di una scrittura chiara e precisa non è affatto cambiato. Ecco i miei suggerimenti migliori per far sì che la revisione dei contenuti diventi una componente veloce e indolore della prassi di pubblicazione sui social. E magari anche piacevole.12 suggerimenti per la revisione dei contenuti sui social media
#1 Intervieni chirurgicamente
I chirurghi che operano in traumatologia utilizzano il triage per attribuire diverse priorità al trattamento dei pazienti, in modo da minimizzare il numero di decessi. Potresti non avere il tempo di verificare l’esatta ortografia di ogni parola, ma dovresti dedicare qualche minuto a controllare che tu e il tuo team non stiate perlomeno promuovendo i competitor o facendo riferimento ad atti erotici in un annuncio pubblicitario rivolto alle famiglie. Proprio come un chirurgo, devi imparare a identificare le patologie più pericolose per il brand e a curarle per prime.#2 L’ editing in stile Beavis and Butthead
Prima di pubblicare qualcosa, leggilo come se fossi nei panni di Beavis e Butthead: in cerca, cioè, del primo pretesto per farti una risata e prendere in giro qualcuno. Se non è la risata ciò che vuoi ottenere, rimedia prima che quel contenuto finisca nelle grinfie di internet e dei tuoi haters. Per motivi abbastanza intuibili, la catena di supermercati @aldiaustralia non ci ha messo molto a pentirsi di questo tweet, ad esempio: Foto di Facebook da Metro#3 Umorismo maneggiare con cura
I social media e l’umorismo sono un’accoppiata vincente. Ma non è il caso di scherzare con un utente che si sta lamentando pubblicamente di un tuo prodotto o servizio. Prima di fare una battuta, sii consapevole dello stato emotivo degli utenti a cui ti rivolgi e del più ampio contesto nel quale comunichi. Chiunque lavori all’assistenza clienti ti dirà che gli utenti che attendono un rimborso sono un pubblico difficile. E, giustamente, poco propenso all’ironia. Non c’è bisogno di ricordarti che una battuta con riferimenti all’etnia, al sesso o alla condizione economica di qualcuno non è una buona idea. Vero? Per chiarire il concetto, cito l’ormai famigerato e inopportuno tweet #TacoTuesday, condiviso sull’account della catena di bar con sala giochi Dave & Buster’s: Foto di Twitter da AdAge#4 Quattro occhi sono meglio di due
Se dovessi tirare a indovinare, direi che nessuno degli esempi illustrati fin qui in questo articolo è stato rivisto da almeno due persone prima di essere pubblicato. In quanto scrittori, tutti abbiamo un punto debole. (Non so perché ma io sono incapace di ricordare con certezza che scienza si scrive con la “i” e devo controllare tutte le volte. Vai a capire). Spesso lavoriamo insieme ad altri colleghi. Ma anche se sei un autore professionista che lavora da solo, sicuramente conosci qualcuno con un discreto stile e dotato di buon gusto, a cui non dispiacerebbe dare un’occhiata ai tuoi tweet prima di darli in pasto alla rete. Se lavori presso un’agenzia o un brand, probabilmente un membro del team (o un intero team) sarebbe ben felice di farti notare che dovresti proprio smetterla di mettere la virgola tra soggetto e predicato, ad esempio.#5 Riscrivi qualsiasi cosa risulti ambigua
Come ben sanno i proprietari di JAPADOG, l’ambiguità genera confusione. Prima di pubblicare un messaggio, chiediti se ciò che hai scritto possa essere frainteso. Se la risposta è sì, ovviamente devi riuscire a scriverlo più chiaramente. E in modo che il senso risulti inequivocabile. “Bimensile” è un buon esempio di termine ambiguo da evitare. E non siamo gli unici a pensarlo. Biweekly: Twice a weekBiweekly: Every two weeks Sorry about that. https://t.co/8FBUonz7yq — Merriam-Webster (@MerriamWebster) August 6, 2016 Se è necessario consultare un dizionario per comprendere il senso di un post, significa senza dubbio che era meglio formularlo in un altro modo. O almeno accorgersene durante la revisione dei contenuti. #6 Distingui tra ossessioni positive e negative Sì, le regole grammaticali e le consuetudini sono importanti, ma non sempre violarle è un errore. In The Elements of Editing, che è stato scritto nel 1982 ma è tuttora un’ottima lettura, l’editor Arthur Plotnik condivide esempi di ossessioni negative – come preoccuparsi inutilmente di errori grammaticali di minore importanza o errori di formattazione – e di ossessioni positive – riformulare più e più volte un titolo fino a ottenerne uno perfetto, ad esempio. Beh, i consigli di Plotnik valgono ancora. Quando ti occupi della revisione dei contenuti, concentrati affinché la forma e il senso siano efficaci ed accattivanti, rilevando gli errori che effettivamente ne comprometterebbero chiarezza e leggibilità. Un altro editor di cui amo la posizione su questo punto è Carol Saller, autrice del Subversive Copy Editor ed Editor del Chicago Manual of Style Online Q&A. Il suo libro è una valida lettura su come gli editor possano “opporsi alle ossessioni, bandire le insicurezze e sviluppare un’inclinazione per la prudenza, la trasparenza e la flessibilità”. Se sei un fanatico delle parole, segui il suo account su Twitter @SubvCopyEd. “Bake for precisely 8-10 minutes.” #copyeditorbaking — Carol Fisher Saller (@SubvCopyEd) July 2, 2017